giovedì 30 agosto 2012

chi strappa un fiore disturba una stella...

Per Marco Aurelio il mondo, la vita e l’universo intero sono governati da una suprema legge di necessità, che è al tempo stesso provvidenza, nel senso che ogni cosa, ogni fatto e ogni singolo essere sono collegati fra loro come in una immensa ragnatela (o rete cosmica), i cui fili, simili a tante arterie, sono tutti interdipendenti, per cui si può dire che ciascuno occorra e concorra alla nascita e allo sviluppo di tutti gli altri, e che chi strappa un fiore disturba una stella.Tutto nasce e si svolge sulla base di un input iniziale, in cui sono presenti, in nuce, tutti i dati successivi che andranno ad arricchire via via quell’impulso, fornendo materia sempre nuova e portando ogni singolo fatto ed ogni singolo essere al loro compimento, necessario alla nascita e allo sviluppo di altri. È la legge dell’ordine, dell’equilibrio e dell’armonia.Gli uomini, come ingranaggi di un meccanismo, sono collegati tutti fra loro, dal più piccolo al più grande, dal più nobile al più spregevole, dal più povero al più ricco, in una serie innumerevole di rapporti e di interdipendenze delle più diverse nature, e quali lavorano a denti stretti o addirittura in folle, quali invece sono sempre in presa o coi denti avvitati senza fine, ma bene o male, volenti o non volenti, coscienti o non coscienti, sono tutti vi cendevolmente e inesorabilmente incastrati l’uno nell’altro. Di conseguenza quello che fa uno è come se lo facessero tutti si multaneamente, in una molteplicità e diversità di tempi e di luoghi. E poiché ciascuno partecipa della vita di tutti, tutti sono artefici e responsabili delle azioni di ogni singolo (co me ogni singolo lo è delle azioni di tutti).È da questa visione “scientifica” che nasce il sentimento di comunanza e di fratellanza universale, e da quello derivano, conseguentemente, la legge morale e religiosa.

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